Il significato del velo islamico Come spiega l'slamisto Molise Ruthven, l'uso del velo istamico è una questione 9stremamente delicata che mal si presto a generalizzazioni e che, al contrario, richiederebbe di essere esaminata con attenzione. Occorre distinguere i casi in cui laa Scelta di indossare l velo e, per le donne, una libera affermazione del proprio credo da quell in cui l'abbiglamento tradizlonale viene loro imposto, negando o limitando i loro diritti. Labito "islamico" tipico, indossato sempre più spesso dalle donne in molte città mu- sulmane, non ha nessun particolare precedente storico, pur ispirandosi a un generico ideale di pudore femminile estrapolato dal Corano. Noti come -] hijab, questi vestiti, che ricordano delle tende, con sottogola che fasciano il viso come quelli delle suore, sono pensati per celare icapelli e le forme del corpo e, a detta di chi li porta, sarebbero simili a quelli delle mogli di Maometto, cui il Corano ordina (nell'unico passo che fa riferimen to alla clausura femminile, XXXIII, 53-59) di proteggersi "restando dietro una tenda" e di ricoprirsí dei loro mantelli". (] Molti studiosi sostengono che, lungi dal rappresenta- re l'interiorizzazione di modelli patriarcali, I'adozione dell'hijab significa esattamente il contrario, facilita una nuova mobilità sociale e permette alle donne di "invadere" luoghi pubblici in precedenza riservati agli uomini. |..] Tuttavia, questo punto di vista non è cer- to unanimemente condiviso, e alcuni studi dimostrano che le donne che indossano l'hi- jab hanno meno probabilità di lavorare fuori casa o di frequentare l'università rispetto a quelle che non lo portano In linea di principio esiste un'enorme differenza tra il caso in cui la donna veste il velo spontaneamente e quello in cui le è imposto per legge. La prima esercita un suo diritto, la seconda è privata della libertà di scelta. In realtà, la questione è molto più complessa di quanto queste due alternative lascino supporre. Sia nei paesi musulmani sia in quelli non musulmani il velo è diventato un simbolo di identità culturale, un contrassegno per mezzo del quale la donna credente sembra proclamare la propria posizione politica e re ligiosa. Nei paesi in cui sono possibili altre scelte, come quelli occidentali, l'atto di velarsi può essere un gesto di indipendenza che sottolinea il rifiuto dei predominanti costumi sociali non musulmani. A Grenoble, in Francia, una studentessa di scuola superiore che rifiuto di togliersi il velo intorno al capo anche durante le lezioni di educazione fisica di- venne a un tempo una sorta di eroina edi paria nazionale: "La Francia è la mia libertà, ma lo è anche il velo", proclamò la ragazza. Spesso, però, scelte di questo tipo dipendono an- che da una pressione da parte della famiglia, del marito o delle compagne. I significati del chador variano da zona a zona, da città a città. Bisogna dunque essere molto cauti nell'ap- plicare una qualsiasi forma di generalizzazione.» RISPONDI a. Nel vasto e variegato mondo islamico esistono molti tipi di abiti femminili tradizionali. Aiutandoti con Internet, svolgi una ricerca per capire le differenze tra hijab, chador, niqab e burqa, specificando le loro caratteristiche e le regioni in cui vengono impiegati. b. Sottolinea il passaggio in cui l'autore spiega come sia necessario distinguere i casi in cui l'uso del velo è una scelta da quelli in cui invece rappresenta un'imposizione. M. Ruthven, Islam, Einaudi, Torino 2007

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Question
Il significato del velo islamico
Come spiega l'slamisto Molise Ruthven, l'uso del velo istamico è una questione
9stremamente delicata che mal si presto a generalizzazioni e che, al contrario,
richiederebbe di essere esaminata con attenzione. Occorre distinguere i casi in cui laa
Scelta di indossare l velo e, per le donne, una libera affermazione del proprio credo
da quell in cui l'abbiglamento tradizlonale viene loro imposto, negando o limitando
i loro diritti.
Labito "islamico" tipico, indossato sempre più spesso dalle donne in molte città mu-
sulmane, non ha nessun particolare precedente storico, pur ispirandosi a un generico
ideale di pudore femminile estrapolato dal Corano. Noti come -] hijab, questi vestiti,
che ricordano delle tende, con sottogola che fasciano il viso come quelli delle suore, sono
pensati per celare icapelli e le forme del corpo e, a detta di chi li porta, sarebbero simili a
quelli delle mogli di Maometto, cui il Corano ordina (nell'unico passo che fa riferimen
to alla clausura femminile, XXXIII, 53-59) di proteggersi "restando dietro una tenda" e di
ricoprirsí dei loro mantelli". (] Molti studiosi sostengono che, lungi dal rappresenta-
re l'interiorizzazione di modelli patriarcali, I'adozione dell'hijab significa esattamente il
contrario, facilita una nuova mobilità sociale e permette alle donne di "invadere" luoghi
pubblici in precedenza riservati agli uomini. |..] Tuttavia, questo punto di vista non è cer-
to unanimemente condiviso, e alcuni studi dimostrano che le donne che indossano l'hi-
jab hanno meno probabilità di lavorare fuori casa o di frequentare l'università rispetto a
quelle che non lo portano
In linea di principio esiste un'enorme differenza tra il caso in cui la donna veste il velo
spontaneamente e quello in cui le è imposto per legge. La prima esercita un suo diritto,
la seconda è privata della libertà di scelta. In realtà, la questione è molto più complessa
di quanto queste due alternative lascino supporre. Sia nei paesi musulmani sia in quelli
non musulmani il velo è diventato un simbolo di identità culturale, un contrassegno per
mezzo del quale la donna credente sembra proclamare la propria posizione politica e re
ligiosa. Nei paesi in cui sono possibili altre scelte, come quelli occidentali, l'atto di velarsi
può essere un gesto di indipendenza che sottolinea il rifiuto dei predominanti costumi
sociali non musulmani. A Grenoble, in Francia, una studentessa di scuola superiore che
rifiuto di togliersi il velo intorno al capo anche durante le lezioni di educazione fisica di-
venne a un tempo una sorta di eroina edi paria nazionale: "La Francia è la mia libertà, ma
lo è anche il velo", proclamò la ragazza. Spesso, però, scelte di questo tipo dipendono an-
che da una pressione da parte della famiglia, del marito o delle compagne. I significati del
chador variano da zona a zona, da città a città. Bisogna dunque essere molto cauti nell'ap-
plicare una qualsiasi forma di generalizzazione.»
RISPONDI
a. Nel vasto e variegato
mondo islamico esistono
molti tipi di abiti femminili
tradizionali. Aiutandoti
con Internet, svolgi
una ricerca per capire
le differenze tra hijab,
chador, niqab e burqa,
specificando le loro
caratteristiche e le
regioni in cui vengono
impiegati.
b. Sottolinea il passaggio
in cui l'autore spiega
come sia necessario
distinguere i casi in cui
l'uso del velo è una
scelta da quelli in cui
invece rappresenta
un'imposizione.
M. Ruthven, Islam, Einaudi, Torino 2007
Answer

a. Il hijab è un velo che copre la testa e il petto, lasciando il viso scoperto, ed è comunemente indossato in paesi come l'Iran, l'Egitto e la Turchia. Il chador è un abito lungo che copre l'intero corpo, tranne il viso, e viene indossato in Iran. Il niqab è un velo che copre il viso, lasciando solo gli occhi scoperti, ed è comunemente indossato in Arabia Saudita e in alcuni paesi del Golfo. La burqa è un abito che copre l'intero corpo, compreso il viso, con una griglia per gli occhi, ed è comunemente indossato in Afghanistan e in alcune parti del Pakistan. b. "In linea di principio esiste un'enorme differenza tra il caso in cui la donna veste il velo spontaneamente e quello in cui le è imposto per legge. La prima esercita un suo diritto, la seconda è privata della libertà di scelta. In realtà, la questione è molto più complessa di quanto queste due alternative lascino supporre."

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